Milan, c'è solo Borriello
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Milan, c'è solo Borriello
Il Milan non sfrutta l'ennesima occasione di avvicinarsi all'Inter e dice addio, forse, a ogni aspirazione tricolore. Il risultato finale col Catania, a San Siro, è 2-2, pareggio figlio di un primo tempo disastroso dei rossoneri, colpiti da Maxi Lopez (12') e Ricchiuti (43'). La riscossa arriva solo nella ripresa e la firma Borriello, autore della doppietta che riporta in parità il match (47' e 80'). Ma non c'è tempo per un nuovo miracolo.
LA PARTITA
Morte naturale di un sogno in tricolore. Potrebbe titolarsi così, fosse un romanzo, Milan-Catania, gara che stabilisce a dispetto di qualsiasi considerazione sulla classifica reale la fine delle aspirazioni-scudetto dei rossoneri. La matematica non è un'opinione, si dice, e dunque il -4 sulla nuova capolista Roma non dovrebbe permettere di emanare verdetti: ma è realtà, e non opinione, anche questa squadra stanca, slegata, priva di elementi da scudetto in tanti, troppi ruoli chiave, chiaramente appagata da quanto fatto fino a oggi. L'autonomia odierna del Milan è stata pari a minuti cinque. Poi, ecco l'immediata resa di fronte a un Catania a cui è bastato correre ragionando e rimanere ordinato per fare a fette un povero Diavolo, in svantaggio alla prima azione in cui Ricchiuti è libero - come in tutto il match - di ispirare e Maxi Lopez di chiudere un diagonale chirurgico inarrivabile per un Dida marmorizzato.
Finito malamente sotto, il Milan ha continuato a ruminare calcio in maniera compassata, a cucire mezze manovre che sono fatalmente sfociate in suggerimenti impossibili per Borriello, facilmente messo a cuccia dai centrali di Mihajlovic anche perchè Huntelaar se ne rimane buono buono lontano dall'area, evidentemente fedele a una consegna tecnica ultra-discutibile. I rossoneri, su tutti Seedorf, commettono un imperdonabile peccato di presunzione rimanendo convinti che certe partite si possono raddrizzare e risolvere con il know-how della casa: la qualità, il palleggio, la giocata di classe buona a liberare qualcuno al gol. La memoria non ha età; le gambe e i polmoni sì. E inoltre non si è aggiornata in certe teste milaniste la consapevolezza del livello tecnico della squadra, che a livello complessivo è parecchio decaduto.
Il raddoppio di Ricchiuti, che giunge al termine di un contropiede alla moviola del Catania (Maxi Lopez ha il tempo di decentrarsi, stoppare, guardare dove mettere la palla) sveglia il Milan dall'incantesimo. Ecco la reazione dettata dall'orgoglio, non dalla logica o dalla condizione. Borriello, dopo meno di 200 secondi dall'inizio della ripresa, trova la rete che può riaprire i giochi: ma come nel primo tempo, i minuti decretano progressivamente la resa di una squadra che ora sì, vorrebbe. Ma non può. Cara grazia, anzi, che il Catania, privo dal 72' di un Ricchiuti esausto e pesto, non sia più lucido a orchestrare il contrattacco. Gli ingressi in campo di Flamini (esce Favalli, Ambrosini difensore centrale: quindi non più presente in attacco), Inzaghi e Mancini sono buoni solo per iniettare altre malinconie, altre considerazioni sull'organico che il pareggio di Borriello, all' 80' (partorito dall'apprezzabile, quasi commovente caparbietà di Abate e dello stesso autore del gol) illude di potere ancora una volta rimandare in nome di un obiettivo ancora raggiungibile. Le ultime energie sfilano via su due o tre assalti all'arma bianca, su una sospetta scarpatella di Spolli su Inzaghi lanciato verso la porta dopo un rimpallo fortunato. Ma la verità è che il pareggio è un risultato giusto, così come è giusto che il Milan possa, da subito, svegliarsi ed evitare equivoci che potrebbero avere ripercussioni dannose sul futuro, che, già così, appare sufficientemente enigmatico.
LE PAGELLE
Ricchiuti 7,5 Vecchio saggio dai piedi raffinati, merita, dopo quintali di gavetta sui campi di C e B, di vivere un pomeriggio con la bacchetta in mano in uno degli stadi più prestigiosi. Alla sua magnificenza contribuisce anche il fatto che, posizionandosi tra le staticissime linee rosse e nere, sia sempre liberissimo di agire: assist per Maxi, inserimento con 20 metri di corsa pulita sul gol personale. Esce per un cocktail di stanchezza e di legnate tirate da Ambrosini e altri: si può consolare col pari e il titolo di Mvp del match.
Ronaldinho 5 Nel momento del bisogno, non risponde. E' molto più lento del solito, negli uno contro uno, e pensa di risolvere il problema gettandosi mollemente a terra a ogni contatto più o meno ruvido di Alvarez. Nel secondo tempo, le palle buone per inventare la magia non mancano: ma non si accende, anzi, in certi momenti gioca per il Catania. Dopo avere tirato la carretta per gran parte dell'anno, non merita processi, però.
Pirlo 5,5 Do you remember il "lancio alla Pirlo"? E' già qualcosa che fa parte degli smisurati archivi della memoria degli appassionati. Chiamato - verrebbe da dire umiliato - al solo, vano lavoro difensivo, l'Harry Potter del Milan è ormai un giocatore sfiduciato e palesemente stanco, non solo nei muscoli. Guarda caso, l'unica volta che ha tempo di alzare la testa ispira il gol di Borriello. Nel Milan 2010/11, chiunque sia al timone, sarà il primo da ricostruire.
Maxi Lopez 7 Look da spogliarellista, moglie ex-spogliarellista. Ma ciò che mette a nudo nel suo primo giro a San Siro è la pochezza di chi gli sta davanti. Caruccio lo scambio di favori con Ricchiuti, abile, a dispetto di una velocità non proprio a rischio autovelox, a tagliare alle spalle della linea difensiva.
Borriello 7 Cercatemi con dei cross: e io farò gol. La ricetta, apparentemente, è semplice: e quelle poche, pochissime volte che il balbettante Milan la prepara, Marco da Napoli è lì e la butta dentro. O quanto meno, fa di tutto per prendere a sportellate i difensori, creare dei patemi. Si becca anche un cartellino giallo, a furia di sgomitare, segna un gol di destro. Ma è malinconicamente solo. Domanda: ma perchè radiomercato, con tutto quello che invece servirebbe a questa squadra, insiste a parlare di Dzeko con uno così?
Favalli 4 Coraggio, vecchio Beppe, ancora cinque partite e l'incubo finirà per sempre. Ma merita 3 Kaladze, che evidentemente non è stato in grado di difendere il suo ruolo di prima alternativa a Thiago e Nesta, 2 Leonardo, che lo espone ingiustamente a queste figuracce, 1 una società che racconta e si racconta che l'età non conta (scusate la rima).
LA PARTITA
Morte naturale di un sogno in tricolore. Potrebbe titolarsi così, fosse un romanzo, Milan-Catania, gara che stabilisce a dispetto di qualsiasi considerazione sulla classifica reale la fine delle aspirazioni-scudetto dei rossoneri. La matematica non è un'opinione, si dice, e dunque il -4 sulla nuova capolista Roma non dovrebbe permettere di emanare verdetti: ma è realtà, e non opinione, anche questa squadra stanca, slegata, priva di elementi da scudetto in tanti, troppi ruoli chiave, chiaramente appagata da quanto fatto fino a oggi. L'autonomia odierna del Milan è stata pari a minuti cinque. Poi, ecco l'immediata resa di fronte a un Catania a cui è bastato correre ragionando e rimanere ordinato per fare a fette un povero Diavolo, in svantaggio alla prima azione in cui Ricchiuti è libero - come in tutto il match - di ispirare e Maxi Lopez di chiudere un diagonale chirurgico inarrivabile per un Dida marmorizzato.
Finito malamente sotto, il Milan ha continuato a ruminare calcio in maniera compassata, a cucire mezze manovre che sono fatalmente sfociate in suggerimenti impossibili per Borriello, facilmente messo a cuccia dai centrali di Mihajlovic anche perchè Huntelaar se ne rimane buono buono lontano dall'area, evidentemente fedele a una consegna tecnica ultra-discutibile. I rossoneri, su tutti Seedorf, commettono un imperdonabile peccato di presunzione rimanendo convinti che certe partite si possono raddrizzare e risolvere con il know-how della casa: la qualità, il palleggio, la giocata di classe buona a liberare qualcuno al gol. La memoria non ha età; le gambe e i polmoni sì. E inoltre non si è aggiornata in certe teste milaniste la consapevolezza del livello tecnico della squadra, che a livello complessivo è parecchio decaduto.
Il raddoppio di Ricchiuti, che giunge al termine di un contropiede alla moviola del Catania (Maxi Lopez ha il tempo di decentrarsi, stoppare, guardare dove mettere la palla) sveglia il Milan dall'incantesimo. Ecco la reazione dettata dall'orgoglio, non dalla logica o dalla condizione. Borriello, dopo meno di 200 secondi dall'inizio della ripresa, trova la rete che può riaprire i giochi: ma come nel primo tempo, i minuti decretano progressivamente la resa di una squadra che ora sì, vorrebbe. Ma non può. Cara grazia, anzi, che il Catania, privo dal 72' di un Ricchiuti esausto e pesto, non sia più lucido a orchestrare il contrattacco. Gli ingressi in campo di Flamini (esce Favalli, Ambrosini difensore centrale: quindi non più presente in attacco), Inzaghi e Mancini sono buoni solo per iniettare altre malinconie, altre considerazioni sull'organico che il pareggio di Borriello, all' 80' (partorito dall'apprezzabile, quasi commovente caparbietà di Abate e dello stesso autore del gol) illude di potere ancora una volta rimandare in nome di un obiettivo ancora raggiungibile. Le ultime energie sfilano via su due o tre assalti all'arma bianca, su una sospetta scarpatella di Spolli su Inzaghi lanciato verso la porta dopo un rimpallo fortunato. Ma la verità è che il pareggio è un risultato giusto, così come è giusto che il Milan possa, da subito, svegliarsi ed evitare equivoci che potrebbero avere ripercussioni dannose sul futuro, che, già così, appare sufficientemente enigmatico.
LE PAGELLE
Ricchiuti 7,5 Vecchio saggio dai piedi raffinati, merita, dopo quintali di gavetta sui campi di C e B, di vivere un pomeriggio con la bacchetta in mano in uno degli stadi più prestigiosi. Alla sua magnificenza contribuisce anche il fatto che, posizionandosi tra le staticissime linee rosse e nere, sia sempre liberissimo di agire: assist per Maxi, inserimento con 20 metri di corsa pulita sul gol personale. Esce per un cocktail di stanchezza e di legnate tirate da Ambrosini e altri: si può consolare col pari e il titolo di Mvp del match.
Ronaldinho 5 Nel momento del bisogno, non risponde. E' molto più lento del solito, negli uno contro uno, e pensa di risolvere il problema gettandosi mollemente a terra a ogni contatto più o meno ruvido di Alvarez. Nel secondo tempo, le palle buone per inventare la magia non mancano: ma non si accende, anzi, in certi momenti gioca per il Catania. Dopo avere tirato la carretta per gran parte dell'anno, non merita processi, però.
Pirlo 5,5 Do you remember il "lancio alla Pirlo"? E' già qualcosa che fa parte degli smisurati archivi della memoria degli appassionati. Chiamato - verrebbe da dire umiliato - al solo, vano lavoro difensivo, l'Harry Potter del Milan è ormai un giocatore sfiduciato e palesemente stanco, non solo nei muscoli. Guarda caso, l'unica volta che ha tempo di alzare la testa ispira il gol di Borriello. Nel Milan 2010/11, chiunque sia al timone, sarà il primo da ricostruire.
Maxi Lopez 7 Look da spogliarellista, moglie ex-spogliarellista. Ma ciò che mette a nudo nel suo primo giro a San Siro è la pochezza di chi gli sta davanti. Caruccio lo scambio di favori con Ricchiuti, abile, a dispetto di una velocità non proprio a rischio autovelox, a tagliare alle spalle della linea difensiva.
Borriello 7 Cercatemi con dei cross: e io farò gol. La ricetta, apparentemente, è semplice: e quelle poche, pochissime volte che il balbettante Milan la prepara, Marco da Napoli è lì e la butta dentro. O quanto meno, fa di tutto per prendere a sportellate i difensori, creare dei patemi. Si becca anche un cartellino giallo, a furia di sgomitare, segna un gol di destro. Ma è malinconicamente solo. Domanda: ma perchè radiomercato, con tutto quello che invece servirebbe a questa squadra, insiste a parlare di Dzeko con uno così?
Favalli 4 Coraggio, vecchio Beppe, ancora cinque partite e l'incubo finirà per sempre. Ma merita 3 Kaladze, che evidentemente non è stato in grado di difendere il suo ruolo di prima alternativa a Thiago e Nesta, 2 Leonardo, che lo espone ingiustamente a queste figuracce, 1 una società che racconta e si racconta che l'età non conta (scusate la rima).
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Data di iscrizione : 16.03.09
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