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Napoli, zampata del capitano: 1-0

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Messaggio  Carlo Dom 28 Mar 2010, 19:23

Un gol di capitan Paolo Cannavaro al 6' della ripresa consente al Napoli di battere il Catania 1-0, conquistare il secondo successo consecutivo e rimanere in piena corsa per il quarto posto, che vale la Champions League. Dopo un primo tempo opaco (con traversa dei siciliani in avvio), gli azzurri hanno aumentato i ritmi nella ripresa passando subito e creando molte occasioni per il 2-0. Finale invece del Catania, che però non trova il pari.




LA PARTITA
Ci ha messo 45 minuti buoni, il Napoli, a scrollarsi dalle gambe le tossine juventine, il primo caldo primaverile, le sole 65 ore (anzi, 64, considerando l'entrata in vigore di quella legale) passate dal fischio finale di giovedì sera. E nella ripresa, è andato a prendersi con merito un successo che mantiene gli azzurri al centro del ring dove ci si batte per un posto in Champions League. La firma sulla vittoria è quella del capitano, Paolo Cannavaro, ma i meriti sono di un'intera squadra che, dopo un primo tempo soporifero, ha saputo prima aumentare i giri del motore e mettere sul piatto la qualità necessaria per abbattere un Catania ordinato, poi soffrire compatta in un finale in cui Mihajlovic, emulando il maestro Mancini, ha schierato quattro attaccanti. Nel bilancio dell'assalto finale dei rossazzurri, però, c'è da mettere in conto anche un probabile rigore non visto da Valeri (tocco volontario di mano di Maggio su un pallone vagante in area).

I siciliani hanno pagato pegno alla sfortuna anche in avvio quando, sul primo calcio d'angolo del match, Spolli si è ritrovato palla sul sinistro e dal dischetto del rigore ha fatto partire una cannonata di mezzo collo: la traversa, probabilmente, sta ancora tremando. Per nulla scornato, il Catania ha proseguito giocando con ordine e tranquillità creando qualche apprensione specialmente sul lato destro, dove Zuniga appariva in difficoltà e rimanendo ordinato con un 4-1-4-1 in fase difensiva che consentiva a Biagianti di potere limitare l'azione di Hamsik. Non è casuale che le uniche due opportunità azzurre della prima parte siano sgorgate da due ingenuità difensive (punizione battuta velocemente da Hamsik ed errore in anticipo di Spolli). Poco il movimento senza palla dei ragazzi di Mazzarri, ancora meno i lampi individuali dei solisti dell'attacco: lecito temere che il 3-1 alla Juventus fosse una zavorra che, con l'andare dei minuti, sarebbe divenuta sempre più pesante.

Invece il secondo tempo ha presentato un altro Napoli, per una buona mezz'ora il "solito" Napoli. Quello capace di andare sia dalle fasce che dal centro, di spingere con continuità impedendo agli avversari di ragionare e ripartire. Fortuna dei partenopei è quella di centrare immediatamente il gol che cambia la partita: segna Paolo Cannavaro, rimasto in avanti dopo un calcio da fermo, crea Quagliarella, che con un semplice velo fa fessi Silvestre e Augustyn. E' l'inizio di una fase in cui i palloni buoni per ammazzare il risultato fioccano e solo la prontezza di Andujar (straordinario ancora su Paolo Cannavaro, fortunato su Campagnaro che lo colpisce in faccia) tiene vivo il Catania. Mihajlovic raccoglie l'assist del portiere e, con una sostituzione a circa 15' dalla fine, cambia nuovamente faccia al match: dentro Morimoto, fuori Izco per una squadra che ora gioca con un sostanziale 4-2-4. Mazzarri si era cautelato in anticipo, togliendo lo sfinito Zuniga e componendo la nuova linea difensiva con 4 uomini (dentro Rinaudo, largo Campagnaro a sinistra): ma attaccanti altrui e fatica fanno tuttavia ballare il Napoli, Maxi Lopez e Mascara agitano gli ultimi minuti di De Sanctis e dello stesso tecnico rossazzurro, che finisce fuori per proteste dopo il citato episodio con protagonista Maggio. Mihajlovic si dovrà vedere dalla tribuna il derby col Palermo, per il quale avrà come primi tifosi - causa sogni di Champions League - i napoletani che lo hanno fischiato all'uscita dal campo. Scherzi del calendario.



LE PAGELLE

Paolo Cannavaro 7,5 Un cartello, sugli spalti, chiede a Lippi di approfittare degli incentivi, rottamare il fratellone Fabio e chiamare lui in Nazionale. Ironia napulitana, ma lui, in campo, fa tremendamente sul serio. Sempre concentrato in mezzo alla sua area, stavolta fa danni (agli altri) nel cuore dell'altra, realizzando il facile gol della vittoria e sfiorando una clamorosa doppietta su una zuccata che chiama Andujar a miracol mostrare. Alla condizione di forma ottima abbina una convinzione sempre più evidente nei suoi mezzi. Che si diceva, a proposito di incentivi?

Andujar 7 Quarantacinque minuti con due sole nquadrature (rapida uscita su Quagliarella "lanciato" da Spolli e deviazione bassa su Lavezzi), altri quarantacinque da attore protagonista. Uccellato come i compagni sul gol di Cannavaro, è strepitoso poco dopo fermando in controtempo il colpo di testa del capitano azzurro e dice no a anche a Campagnaro, solo davanti a lui (lo prende pieno in faccia), a Hamsik e a Quagliarella. Applausi.

Quagliarella 6,5 Primo tempo camomilloso, come quello di tutto il Napoli. Il torpore gli impedisce di approfittare dell'errore più grossolano della difesa catanese. Nella ripresa inizia a svariare di più e fa venire il mal di testa a Silvestre, che non capisce più dove deve stare. Una sua finta apre la strada all'1-0, offre ad Hamsik un pallone per il raddoppio, che sfiora personalmente in un paio di circostanze. Stavolta niente gol, ma conferma di essere in crescita.

Silvestre 5 Centralone forse troppo calato nel suo ruolo, va in crisi quando Quagliarella e Lavezzi cominciano a fare un minimo di tourbillon e lui si ritrova senza un rassicurante punto di riferimento. Ingenuo, ingenuo, ingenuo sulla rete decisiva

Spolli 6 Cerca di anticipare Paolo Cannavaro il ruolo di difensore-bomber: a differenza del collega, a cui basta un piatterello per spingere la palla in rete, lui sfodera un sinistro di controbalzo pregevolissimo e di velocità superiore ai 100 orari. Il rumore del pallone sbattente sulla traversa è stato sentito anche sul lungomare. In difesa, alterna belle cose, da vero leader del reparto, a distrazioni pericolose (e Quagliarella non ne approfitta)

Carlo

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