Tutto Cinema
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Dear Lemon Lima

Andare in basso

Dear Lemon Lima Empty Dear Lemon Lima

Messaggio  Admin Lun 19 Ott 2009, 17:41

La recensione del film di Suzi Yoonessi

Fairbanks, Alaska: Vanessa, madre bianca e padre eschimese che non ha mai conosciuto, viene lasciata dal “perfetti(ni)ssimo” Philip all’inizio dell’estate. E dopo mesi di tormento lo ritrova nella scuola dove si è appena iscritta più popolare e corteggiato che mai, mentre lei viene immediatamente catalogata come sfigata di turno e associata agli altri “paria” della scuola. Ma sarà la Snowstorm Survivor, gara che fa il verso alle tradizionali Olimpiadi degli indiani nativi dell'Alaska, a dare la possibilità di riscattare sé stessa, i suoi nuovi amici e di superare il trauma della separazione da Philip.

Per la sua opera prima, Suzi Yoonessi “gonfia” ad 87 minuti un omonimo suo cortometraggio di qualche anno fa, ottenendo consensi in quel caso come in questo. Dear Lemon Lima – titolo che cita la frase che apre ogni nuova pagina del diario scritta da Vanessa come fosse una lettera ad un amico immaginario – colpisce subito per il tripudio di colori pastello, cuoricini e animaletti che animano il mondo della giovane protagonista così come di molte coetanee di tutto il mondo. Ma il timore che questo possa essere sinonimo di film tutto zucchero e melassa, dai toni fastidiosamente infantili, viene fugato con estrema rapidità: ché il mondo di Vanessa e quello dei suoi amici viene descritto sì con grandi grazia e levità, ma senza per questo negare o nascondere difficoltà, pensieri e pulsioni che sono tutt’altro che edulcorati.

La Yoonessi è stata produttrice del bell’esordio di Miranda July, Me and You and Everyone We Know, e quell’esperienza deve aver lasciato un segno in lei: certe estetiche, ma soprattutto i temi e le tonalità del racconto di Dear Lemon Lima sono infatti direttamente assimilabili a quelli del film della July, senza per questo risultarne una sterile copia carbone. Il mondo di Vanessa e dei suoi amici “fubar” – tipici ma non (troppo) stereotipati weirdos del nuovo cinema indie americano e trattati con la tenera serietà e l’affettuoso rispetto che gli compete - è una terra di nessuno dove devono imparare a convivere le passioni dell’infanzia con il fascino e le difficoltà della vita adulta, dove l’ostacolo da superare è conoscere (ed amare) sé stessi.

La regista racconta tutto questo cercando ed evidenziando la bellezza ed il significato profondo che si nascondono nella quotidianità e nei piccoli gesti, senza mai diventare pedante ma lasciando che sia la sensibilità dello spettatore a notare e decifrare il significato delle sfumature che si nascondono dietro gesti semplici e comuni. “Suona” il suo film come il theremin che vi appare: con movimenti delicati e senza contatti diretti.

Travalicando le linee essenziali del suo stesso canovaccio, Dear Lemon Lima è molto più che rivincita dei nerd in chiave indie-pop: è un film che parla della crescita, di quel crescere costante e quotidiano - spesso, se non contrario, parallelo ai sistemi omologanti, che nel finale vengono non a caso dribblati senza disprezzo dal Team Fubar - che riguarda la personalità e la vita dei ragazzi come degli “adulti”. Una crescita identitaria, costituita tanto dalle proprie radici culturali (come quelle eschimesi di Vanessa, raccontate non casualmente nel film, per quanto in chiave molto ironica) tanto da quel che facciamo, in quel che viviamo e dall’ambiente in cui scegliamo di stare.

Admin
Admin

Messaggi : 133
Data di iscrizione : 07.01.09

https://tuttocinema.forumattivo.it

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.